Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere

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Marcello e la casa ritrovata: il coraggio di ricominciare

Quando Marcello ci apre le porte della sua casa a Termine, una piccola frazione di Fagnano Alto, è come se ci invitasse a varcare una soglia che separa il presente dal passato. Quei muri, oggi rinnovati e intrisi di profumo di nuovo, custodiscono una lunga storia fatta di memorie, di dolori e di rinascite.

La sua casa, quella dove è nato e cresciuto, ha già sfidato il terremoto nel 1915. Un contrafforte, nascosto tra le mura, salvò la vita ai suoi avi, incredibilmente. E sarà proprio quello stesso contrafforte, saldo e testardo, a proteggere i genitori anziani di Marcello nella notte del 6 aprile 2009, mentre la terra tremava e il mondo di tutti si sbriciolava.

 

Danni dopo la scossa

 

Marcello racconta quei momenti con un’emozione che ancora gli incrina la voce: il risveglio improvviso, la corsa fuori, il buio totale, e quel suono surreale di una stampante che, impazzita, continuava ad accendersi e spegnersi, come se anche lei volesse ribellarsi a un destino assurdo.

“Negli anni a seguire, sogno spesso quel momento: provo ad accendere la luce in una stanza buia e non si accende. È un sogno, o forse un incubo, che non mi abbandona.”

Prima di lasciare per sempre quella casa, Marcello trova il coraggio di rientrare. Contravvenendo alle regole e alla paura, illumina con i fari dell’auto l’ingresso e alza al massimo il volume della radio.

“Solo così riuscivo a farmi forza, era l’unico modo per entrare.”

Prende poche cose, quelle essenziali per sopravvivere nei giorni che verranno, e poi si lascia alle spalle le mura di una vita intera. Da lì il trasferimento in un albergo ad Alba Adriatica, dove resterà per 10 lunghi mesi.

 

Le crepe in camera da letto

Sfollati

Tendopoli

 

Arriva il 10 marzo 2010, un’altra data che Marcello non dimenticherà: l’inizio della vita nei Map. Ma non è un nuovo inizio sereno. La mamma comincia a disorientarsi, il terremoto le ha portato via non solo la casa, ma anche i ricordi, il senso di appartenenza, la sicurezza.

“Dove sta la mia casa? Voglio tornare a casa mia”, ripeteva, in una nenia dolorosa che spezzava il cuore.

Intanto il tempo, piano piano, tenta di rimarginare le ferite. Anche il paesaggio familiare appare diverso, quasi nuovo agli occhi di chi cerca di ritrovare la normalità.

“Papà tutte le mattine guardava le montagne e si meravigliava, come se le vedesse per la prima volta”, ricorda Marcello, con un sorriso velato di malinconia.

In questa quotidianità tutta da reinventare, fanno capolino Carolina, Cicetta e Ombra, tre gattine che diventano presto le mascotte del Map. Scorrazzano tra una casetta e l’altra, regalando tenerezza e leggerezza a chi, in quel momento, aveva perso ogni certezza. Anche loro, probabilmente, avevano sentito la paura di quella notte. E saranno loro a segnare il passaggio tra il dolore e la rinascita, accompagnando Marcello nella sua nuova casa, appena ristrutturata.

 

i gatti Carolina e Ombra

 

Agosto 2022: la casa viene finalmente riconsegnata a Marcello. Un traguardo insperato, rallentato dalla pandemia, ma arrivato con tutta la sua carica simbolica e affettiva.

“Non è stato facile riabituarmi a nuovi spazi, a nuovi suoni… ma quella casa ha mantenuto la sua anima. È tornata a respirare.”

La ristrutturazione ha rispettato gli ambienti originari, riuscendo però a dare nuova armonia agli spazi. Certo, con il senno di poi, Marcello confida che alcune scelte le avrebbe fatte diversamente, ma la professionalità delle ditte e la trasparenza del cantiere hanno reso il percorso più sereno.

 

La nuova cucina di Marcello

 

Alla fine, Marcello ci mostra i mobili antichi che sono tornati a occupare il loro posto, lì dove erano sempre stati. La mamma, purtroppo, non è riuscita a vedere la casa finita, ma è come se ogni oggetto avesse ripreso il racconto interrotto quella notte.

Quando salutiamo Marcello, le tre gattine fanno capolino, come a voler ricordare che la vita ha ripreso il suo posto. E in quella casa, in quella famiglia, in quel piccolo pezzo di mondo, una storia è ricominciata da dove si era interrotta. I protagonisti sono cambiati, ma il filo del racconto non si è mai spezzato.

 

 

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