“Le Radici nel Futuro”, l’appuntamento che questa mattina ha riunito a Capitignano numerosi rappresentanti istituzionali, per discutere gli esiti di un importante intervento di promozione e sviluppo territoriale, finanziato grazie alle risorse PNC e PNNR e supportato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere.
Il progetto, promosso e coordinato dal dott. Sociologo Alessandro Gioia, ha avuto come principale obiettivo il rafforzamento del tessuto sociale ed economico del territorio di Capitignano, con particolare attenzione al settore agroalimentare, nella valorizzazione della pastinaca, prodotto tipico del territorio di Capitignano, finora coltivato localmente da piccoli produttori.
“Questo è un momento di particolare riattivazione del nostro territorio” introduce il Sindaco di Capitignano Franco Pucci “con la ricostruzione privata che sta fortemente accelerando, gli interventi di rigenerazione urbana quasi ultimati grazie alle risorse PNRR, il Progetto Integrato per il Turismo dell’Area Omogenea 2 appena finanziato dal Cipess, e gli interventi sulla Chiesa di San Flaviano in partenza. E’ proprio in questo contesto che il nostro paese ha avuto necessità di confrontarsi con nuovi processi di sviluppo, nell’ottica di una promozione e valorizzazione a base culturale che garantiscano una rinascita sociale e non solo materiale.”
“Il progetto di Capitignano” spiega l’Ing. Fico titolare dell’USRC “si inserisce nell'approccio dell'USRC di combinare la rigenerazione fisica con la rigenerazione socio-economica e di comunità, puntando a stimolare l'innovazione e a favorire la creazione di sinergie tra gli attori locali. In particolare, le azioni portate avanti hanno mirato a riattivare le comunità locali, a promuovere l’innovazione e sviluppare le filiere agroalimentari, creando micro - economie sostenibili.
L'Ufficio ha collaborato con le amministrazioni comunali e con importanti stakeholder del territorio, creando una rete che ha lavorato insieme per una crescita che tiene conto delle vocazioni del territorio, delle necessità degli abitanti e delle opportunità innovative, con l’intento di promuovere modelli replicabili per le nostre aree interne.”
“La pastinaca, un vero e proprio reperto di archeologia orticola” interviene Paolo Federico, Presidente del GAL Gran Sasso Velino e Sindaco di Navelli, “è coltivata sin dall’epoca dei Romani ed è stata, per secoli, una delle principali radici alimentari della tradizione agricola. Tuttavia, è stata progressivamente soppiantata in tutto il territorio regionale dall’avvento della carota e della patata. Oggi, grazie all’impegno di numerosi attori locali, e al sostegno economico del GAL Gran Sasso Velino che sostiene la promozione e lo sviluppo dell’economia territoriale, la pastinaca sta vivendo una nuova stagione di valorizzazione, a partire dal riconoscimento come Presidio Slow Food, un risultato significativo che contribuisce a salvaguardare questa varietà tradizionale e a promuovere la sua diffusione”.
“L’avvio di questo progetto”, interviene il coordinatore di progetto Alessandro Gioia “ha contribuito al rilancio di un paese che ha duramente subito le conseguenze del sisma, con un forte calo demografico e apparentemente privo di potenziale per lo sviluppo socioeconomico, così come tutta l’Area Omogena 2 in cui si colloca. La valorizzazione dello sviluppo del settore agrosilvopastorale che caratterizza l’AO è stato un punto di ri-partenza che ha portato non solo al coinvolgimento attivo della comunità locale, ma anche ad un dialogo costante con i comuni limitrofi, finora carente, per sviluppare una strategia territoriale condivisa. Ottenendo una maggiore visibilità di Capitignano anche livello regionale”.
Nell’ottica di un percorso già intrapreso con la De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine) un altro passo importante, ha poi spiegato Luciano Di Maritno, direttore del Parco Nazionale della Majella, è rappresentato dagli studi specifici necessari per l’iscrizione al registro varietale regionale (ANAGRAFE DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE DELLA REGIONE ABRUZZO LEGGE N. 194/2015 - DGR 1050/2018) avviati con il Parco, nello specifico con il Centro di Conservazione del Germoplasma della Biodiversità Vegetale, che si occupa del recupero delle risorse genetiche agrarie su scala regionale, contribuendo così alla preservazione della biodiversità vegetale e al rafforzamento dell’agricoltura sostenibile.