Questo viaggio emotivo che ha coinvolto i dipendenti dell’USRC, impegnati a testare le tappe dei quattro Cammini degli Altipiani d'Abruzzo, si è rivelato sorprendentemente ricco di nuove emozioni e spunti di riflessione grazie all’esperienza delle guide del CAI che hanno affiancato il personale nello studio ed osservazione del territorio.
La loro presenza durante il cammino ha rappresentato un vero e proprio pilastro di supporto, sicurezza e fiducia nei momenti di difficoltà e incertezza: con la loro profonda conoscenza del territorio e capacità di gestire le sfide tecniche, hanno guidato i camminatori non solo attraverso i sentieri, ma anche attraverso gli imprevisti.
L’esperienza ha visto una collaborazione intensa tra le guide del CAI e il personale dell’USRC, in cui due approcci diversi si sono fusi in maniera complementare: le guide hanno condiviso la loro profonda conoscenza del territorio, mentre il personale ha portato una prospettiva nuova e curiosa. Questo scambio ha arricchito entrambe le parti, generando un apprendimento reciproco e creando un legame autentico fatto di ascolto e crescita comune.
Ogni partecipante così ha potuto vivere ogni singola tappa a fondo, senza fermarsi alla semplice osservazione del paesaggio, ma sentendosi parte di esso, attraversandolo con una nuova consapevolezza, curiosità e gratitudine.
Come accompagnatori abbiamo fatto attenzione a selezionare sulla carta i punti più critici per riuscire ad accompagnare anche camminatori non esperti. Monica e Latino, Accompagnatori Escursionismo CAI
Durante ogni tappa, i camminatori, hanno preso dimestichezza con il lavoro da fare, diventando sempre più autonomi ed indipendenti. Aspetto fondamentale che ho notato alla fine di ogni tappa è stata l’autonomia e la voglia di condivisione. Alessio, Accompagnatore Escursionismo CAI Abruzzo
Una cosa che mi ha colpito è stata la naturalezza con la quale hanno accolto la pioggia durante una tappa del nostro cammino. Leucio, Accompagnatore Escursionismo CAI Abruzzo (intervista completa)
Leucio, Accompagnatore Escursionismo CAI
Come vi siete preparati per accompagnare i dipendenti dell’USRC lungo la ricognizione delle tappe dei quattro Cammini?
Per quanti riguarda la preparazione degli itinerari. Abbiamo seguito quello che è il nostro standard CAI sezionale, le tracce preventivamente fornite sono state caricate sul GPS, abbiamo fatto una ricognizione o di persona, oppure attraverso particolari software. Nel mio caso, conoscevo in modo particolare i tratti di cammino, almeno per quanto riguarda il cammino dei francescani, in cui avrei dovuto svolgere l'accompagnamento. Ripeto il tutto si è bassato sul ripercorrere le tracce con particolari software, esempio con Google Earth, per rendersi conto di eventuali criticità presenti sul percorso. Per quanto riguarda i collaboratori dell’USRC da parte mia non c'è stata una particolare preparazione in quanto durante gli incontri preliminari, durante l'attività didattica preventiva svolta in aula, mi sono reso conto di avere a che fare con delle persone relativamente giovani e quindi di grande entusiasmo e ciò mi ha particolarmente tranquillizzato dal punto di vista dell'organizzazione.
Quali erano le vostre aspettative all’inizio di questa collaborazione?
Beh, diciamo che avevo messo in cantiere la possibilità di incontrare delle persone che non erano abituate al trekking e al camminare, e che quindi magari avrebbero potuto incontrare delle difficoltà; cosa che invece poi non è accaduta.
Come avete visto evolvere i camminatori durante le tappe?
Trovo un po’ difficile rispondere a questa domanda perché nel mio tranne per due persone, i camminatori del USRC erano sempre delle persone diverse nelle varie tappe. Per quello che ho potuto notare, le due persone in questione che erano con me in due tappe diverse erano delle persone già abbastanza preparate di loro che camminavano anche in montagna; pertanto, mi sembravano già ad un buon livello.
Ci sono stati momenti in cui avete percepito un cambiamento nel loro modo di affrontare il percorso?
No, direi che sin dall'inizio ho avuto la percezione di trovarmi con delle persone che avevano perfettamente chiaro quale era il loro compito cosa dovevano fare e quali aspetti avrebbero dovuto curare durante il rilievo e quindi non ho colto questo cambiamento.
Quali sono stati, secondo voi, i momenti più significativi per i camminatori? Ci potete raccontare un episodio che vi ha particolarmente colpito?
Non è proprio un episodio, ma una cosa che mi ha colpito, per esempio, è stata la naturalezza con la quale hanno accolto la pioggia durante una tappa del nostro cammino.
Dal vostro punto di vista, quali sono state le maggiori difficoltà che i partecipanti hanno dovuto affrontare lungo il cammino?
Diciamo che più che a delle difficoltà ci siamo trovati di fronte a delle scelte, come per esempio quando il percorso non coincideva con la traccia ricevuta, oppure era poco evidente o si dovevano apportare delle variazioni che non erano state previste. Quindi delle particolari situazioni trovate sul terreno, ma abbiamo risolto tutto molto facilmente e in maniera molto serena mettendo in comune le conoscenze degli accompagnatori CAI con le loro.
Ci sono stati momenti in cui il gruppo si è trovato a prendere decisioni importanti durante il percorso? Come avete contribuito a guidarli in queste situazioni?
Vedi la risposta precedente.
Come avete visto il gruppo cambiare in termini di coesione e collaborazione durante il cammino? Ci sono stati cambiamenti che avete notato nel modo in cui interagivano tra di loro?
Ripeto, non sono in grado di rispondere a questa domanda.
Come avete visto i partecipanti relazionarsi con il territorio? Ci sono stati momenti in cui avete percepito un cambio di prospettiva nel loro modo di vedere i luoghi attraversati?
La cosa più interessante, a mio avviso, è che in ognuno delle tappe a cui ho partecipato c'era almeno o qualcuno degli accompagnatori del cai o qualcuno del gruppo dell USRC che aveva dei particolari legami con il territorio e che quindi ha messo a disposizione del gruppo le sue conoscenze, le sue esperienze, le sue storie. Questo ha ovviamente cambiato la percezione del gruppo riguardo quei luoghi e mi è sembrata una cosa molto, molto stimolante e partecipativa.
Quali aspetti delle tappe secondo voi hanno maggiormente arricchito i partecipanti?
Mi riallaccio alla risposta data nella precedente domanda.
Cosa vi ha colpito di più dell’esperienza vissuta con i camminatori dell’USRC?
Direi senz'altro l'entusiasmo e la curiosità con i quali si sono approcciati a questa esperienza.
Secondo voi, quale impatto può avere un’esperienza di questo tipo sui partecipanti e sulla loro quotidianità lavorativa?
Sicuramente non può che averli arricchiti.
Avete notato differenze rispetto ad altri gruppi che avete accompagnato in passato?
Non particolarmente, direi che sono stati tutti ineccepibili.
Che consigli dareste ai futuri camminatori che affronteranno questi percorsi? Ci sono aspetti pratici o emotivi su cui credete dovrebbero concentrarsi?
Come già detto, per quella che è la mia percezione, i sentieri sono apparentemente privi di difficoltà tecniche, se non per quanto riguarda gli aspetti relativi all'orientamento in alcuni frangenti. Quindi il consiglio che do ai camminatori che abbiano un minimo di esperienza è quelle di immergersi totalmente nel paesaggio che li circonda apprezzando gli aspetti paesaggistici, culturali, storici che i cammini mettono a disposizione.